L’86% delle 7.486 imprese controllate dagli ispettori dell’Inail nel 2020 sono risultate irregolari per quanto riguarda la tutela della salute e della sicurezza o i contratti dei lavoratori. Per capire la ragione delle morti sul lavoro, che solo l’anno scorso hanno colpito 1538 persone, con un incremento record del 27,6% rispetto al 2019, bisogna partire proprio da questo dato che attesta le irregolarità o l’attività in grigio e in nero svolta nelle aziende.
Quello dell’edilizia continua ad essere uno dei settori più colpiti dagli infortuni con esito mortale, nonostante il fermo e il rallentamento di tanti cantieri a causa dell’epidemia. Una situazione insostenibile perché, nel frattempo, il bilancio del primo quadrimestre del 2021 è drammatico: 306 morti , il 9,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2020 e nell’edilizia i morti sono triplicati.
È fondamentale dare vita alle proposte di Cgil, Cisl e Uil sui temi della tutela della salute e della sicurezza, che rispondono anche ad alcune criticità rilevate dalla stessa Inail. L’Istituto nel 2020 poteva contare solo su 246 ispettori, 21 in meno del 2019, ed è chiaro che nessuno può prevenire nulla né può svolgere un capillare lavoro di sanzione contro gli imprenditori che risparmiano sulla sicurezza e sulle tutele fondamentali.
In vista del rilancio dell’occupazione nel settore dell’edilizia, sia pubblica che privata, grazie al superbonus 110% e alle risorse del PNRR, che vanno a sbloccare i lavori di grandi opere ed infrastrutture pubbliche, sarà fondamentale un rafforzamento dell’organico dell’Inail per garantire un’occupazione di qualità, che metta al centro dell’organizzazione del lavoro la tutela della salute e della sicurezza.