Da gennaio a settembre 2022 su 12.522 ispezioni effettuate da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro nell’83% dei casi sono state riscontrate irregolarità, il 30% delle aziende ha impiegato personale in nero e il 15% ha esposto le lavoratrici e i lavoratori a gravi violazioni in materia di salute e sicurezza.
Rispetto lo scorso anno, su un numero di ispezioni pressoché invariato, i provvedimenti di sospensione dall’attività d’impresa sono aumentati del 56%, da poco meno di 4mila ad oltre 6mila.
È un quadro drammatico e che temiamo essere solo la punta dell’iceberg in un contesto che vede il personale ispettivo con organico ridotto, la ripresa totale dell’attività anche in questi settori tenuti in stand by dall’emergenza sanitaria e dalle restrizioni e la nascita di tante nuove micro imprese nel settore edile, spesso improvvisate, per effetto dei bonus edilizi.
Assieme al potenziamento dei soggetti che svolgono funzioni di prevenzione e controllo, all’introduzione di norme più stringenti per rafforzare le misure su salute e sicurezza, è fondamentale che le imprese assumano la tutela della salute e sicurezza come elemento centrale dell’organizzazione del lavoro e del modello organizzativo, in grado di creare valore in senso economico e sociale.
Non è un caso, come si evince dal report, che le novità introdotte con il DL 146/2021, convertito in legge, sull’INL abbiano prodotto un rafforzamento dell’Ispettorato stesso e risultati immediati e positivi con i processi di regolarizzazione delle aziende.